Si è
svolta a Reggio Emilia la “5a Conferenza Nazionale dei Mobility
Management”, cioè di coloro che per legge debbono essere
assunti all’interno delle aziende sia pubbliche che private di
una dimensione, col compito di analizzare e definire nuove soluzioni
per gli spostamenti dei dipendenti nel tragitto casa-lavoro.
Patrocinato dall’amministrazione provinciale di Reggio Emilia,
l’appuntamento annuale ha visto riunire nella città emiliana
oltre trecento operatori di settore, che hanno accolto l’invito
a partecipare di Euromobility, cioè dell’associazione professionale
di categoria.
A fare gli onori di casa, sono stati Lorenzo Bertuccio, direttore scientifico
di Euromobility e l’assessore provinciale Luciano Gobbi, mentre
nella prima parte della giornata ha moderato il dibattito Antonio De
Maio, direttore del Dipartimento di Stato dell’Ambiente (APAT).
A parlare sono stati alcuni mobility manager fra i quali Carlo Merlino
del comune di Genova, Giancarlo Smaniotto del comune di Padova, Nicola
De Iorio Frisari dell’area servizi municipalizzati di Brescia,
Giuseppe D’Ercole della Cisl nazionale ed Eleonora Costa dell’ufficio
risorse umane di Enia, la neonata azienda che raccoglie i soggetti municipalizzati
di Reggio Emilia, Parma e Piacenza.
Particolarmente interessante è stato anche il secondo dibattito
della mattinata che ha visto riunire i mobility manager di quattro grandi
università italiane e che hanno messo in relazione l’attività
di analisi della mobilità degli studenti con l’applicazione
di concetti scientifici, grazie ai quali si è costruita una sorta
di nuova disciplina accademica.
Nel pomeriggio, invece, è stata organizzata una tavola rotonda
a cui ha potuto partecipare anche il pubblico, che ha visto attorno
al tavolo anche il coordinatore delle cosiddette “Agende 21”,
Ettore Brunelli, il direttore generale di Asstra (l’associazione
che riunisce le aziende di trasporto locale), Guido Del Mese ed i presidenti
delle commissioni parlamentari di Ambiente e Cultura, Emiddio Novi e
Walter Tocci.
Al termine dei lavori sono emerse le linee guida che dovrebbero supportare
il lavoro dei mobility manager italiani, ma anche quelli che sono i
principali problemi della categoria. A cominciare dall’inadeguatezza
delle risorse finanziarie messe in campo dallo Stato, alla difficoltà
di realizzare percorsi casa-lavoro con mezzi alternativi senza un sostanziale
aiuto dell’ente locale. Fra le cose emerse durante la giornata,
anche la conferma di come oltre il 60 per cento degli incidenti sul
lavoro siano rappresentati da sinistri stradali.